lunedì 25 febbraio 2013

Venezia (Veneto): la città più bella del mondo



Nella mia vita ho sempre sentito "Venezia è la città più bella del mondo", ma io non ci sono mai stato. Non ho soldi, non ho un amore e nemmeno una casa. Ci vado! Potrei suonare la chitarra. Con tutti i turisti che ci sono, potrò vivere; troverò un portico sotto il quale dormire e magari qualche volta un pasto caldo. Ho messo da parte un po' di denaro per comprarmi il biglietto del treno, ho fatto la doccia calda al bagno della stazione e ho messo il mio vestito migliore. Dopo 11 ore di viaggio arrivo. Esco dalla stazione e quello che vedo quando esco è bellissimo: pietra bianca, acqua verde, gente di tutti i colori che si muove in tutte le direzioni. Prima di mettermi al lavoro voglio vedere piazza San Marco e Palazzo Ducale, dove ha abitato Napoleone. Tutto mi incanta, guardo in ogni direzione, in alto, in basso ogni cosa è bellissima. Un'ora di passeggiata, tanti ponti dopo arrivo alla Piazza, le cupole mi ipnotizzano, i mosaici mi accecano e gli uccelli mi sfiorano, mentre la gente mi tocca passando. Mi tolgo la chitarra dalla spalla e inizio a suonare i Beatles: funzionano sempre. Dopo un quarto d'ora ho abbastanza soldi per comprarmi da mangiare e forse anche per entrare a palazzo ducale. Ma non è così: arrivano i gendarmi che mi dicono abbastanza tranquillamente che a Venezia non si può, "nobuskerinveniceomulta". Io rispondo "understand", prendo i miei soldi e visto che sono qui vado a palazzo ducale. Penso che dopo mi comprerò un panino, una birra, passerò la nottata in stazione e poi penserò al mio futuro.

Paul, Paris (Francia)




giovedì 21 febbraio 2013

Castelsardo (Sardegna): S'Iscravamentu



Per Pasqua lo scorso anno siamo venuti in Italia, in Sardegna, a Sassari. Il lunedì, a Castelsardo, abbiamo visto una cosa, per noi, molto affascinante, sembrava quasi di essere in Spagna: i canti, le luci, i colori, i ricami, lo spirito.
Noi non siamo cattolici, ma questa cosa ci ha molto emozionato.
Abbiamo visto la tradizionale cerimonia della deposizione detta s'Iscravamentu, cioè la deposizione di Cristo: gli hanno tolto i chiodi dalle mani e dai piedi e ho hanno messo su un lettino, per portarlo in processione. La strada era lunga cinque chilomentri. La cosa strana è che la processione, verso la chiesa di Santa Maria, è stata fatta quasi di corsa. Abbiamo chiesto il motivo ad un altro turista presente e lui ci ha spiegato che questo è dovuto al fatto che Gesù doveva essere sepolto in fretta prima del tempo di vigilia della Pasqua Ebraica.
Appena siamo arrivati in chiesa tutti cercavano di prendere un fiore dal lettino dove c'era Cristo, per portarlo a casa ed essere benedetti.
Noi non abbiamo preso nessun fiore ma questa esperienza è rimasta nel nostro cuore.

Antonio, Jaca (Spagna)

Calcata - Viterbo (Lazio): l'alternativa



La migliore amica di mia mamma è sempre stata "un'alternativa", come dite voi italiani. Lei di lavoro fa la pittrice e fin da quando era giovane ha viaggiato tantissimo. Una decina di anni fa è arrivata nel borgo medievale di Calcata, a pochi chilometri da Roma e si è fermata.
Lì la creatività si mescola al fascino delle pietre antiche e ci sono tante persone come lei, quasi tutte straniere, che hanno scelto di vivere isolati, ricreando un'atmosfera un po' bohemien.
Si conoscono tutti e si incontrano spesso nella piazzetta. Ci sono scultori, grafici, pittori, musicisti, coreografi, scrittori, disegnatori...
Ogni estate io la vengo a trovare in Italia, così ne approfitto per migliorare il mio italiano.
La cosa che mi piace di piu' è che lì non ci sono automobili e c'è sempre qualcosa di curioso da vedere e di divertente da fare.
Quando ho bisogno di vedere un po' di gente in più, vado a Roma, ma non ho mai anticipato il mio ritorno in Svezia per noia, anzi a dire la verità, in futuro, mi piacerebbe moltissimo trasferirmi a Calcata.

Katia, Malmö (Svezia)

Fontanelle di Roccabianca - Parma (Emilia Romagna): Don Camillo e Peppone



All'università il professore di cinema italiano ci ha fatto vedere tutti i film di Don Camillo e Peppone, per farci capire meglio la complessa situazione della politica italiana nel dopoguerra. Così quando la mia ragazza e io siamo venuti a fare il gran tour d'Italia, abbiamo messo tra le nostre destinazioni anche Fontanelle di Roccabianca, nella Bassa Parmense, paese di Giovannino Guareschi.
Abbiamo attraversato, con la Fiat Panda a noleggio, la piatta linea di terra, lungo la riva destra del potente Po e siamo arrivati a destinazione. Il paese è piccolo, ci abitano circa 100 abitanti e in Piazza Grande c'è un busto di bronzo di Peppone.
Quando lo abbiamo visto, abbiamo chiesto conferma a un ragazzo di circa vent'anni, che ridendo ci ha detto che in realtà quello era il compagno Faraboli, fondatore del movimento cooperativo riformista, e ci ha consigliato di andare a "Mondo Piccolo" per saperne di più.
Abbiamo pensato: "questo ragazzo ci sta prendendo in giro", ma quando ci ha spiegato la strada abbiamo capito che "Mondo Piccolo" era un museo.
Nella vecchia scuola, la storia delle lotte sociali, delle prime industrie, delle cooperative, del lavoro delle campagne erano lì documentate e si intrecciavano con le memorie personali di Guareschi e i suoi testi letterari.
Una volta usciti da "Mondo Piccolo" abbiamo respirato ancora quell'atmosfera tutta italiana, semplice e reale e sotto un cielo di un bell'azzurro abbiamo continuato il nostro viaggio.

Nagib, New York (USA)