lunedì 14 giugno 2010

NEW LIFE

Luigi era seduto nello scompartimento di prima classe, il suo laptop era adagiato sul tavolino pieghevole in standby e il cellulare era in modalità silenziosa.
Voleva distrarsi un po’ dal lavoro: basta con i numeri e così si mise a leggere l’inserto dedicato alla cultura del giornale di finanza.
Il suo occhio venne rapito da un titolo “New Life: ricominciare è un gioco!”. L’articolo parlava di un gioco da tavolo che stava spopolando: pescando una serie di carte i giocatori avevano la possibilità di crearsi una nuova vita. Il giornalista attribuiva il successo di questo gioco all’insoddisfazione che regna nella vita di chiunque e argomentava citando fior fior di psicologi.
Luigi scese alla stazione seguente, per prendere la coincidenza che lo avrebbe portato a casa, entrò nel negozio di giocattoli della stazione a comprare un’automobilina al figlio Francesco e approfittò per cercare New Life.
Luigi uscì dal negozio con un pacchettino dal nastro giallo. Di New Life neanche l’ombra: nessuno, in quel fornitissimo paradiso del giocattolo, sapeva cosa fosse.
Si buttò dentro il primo negozio di fiori vicino alla stazione per comprare un mazzo di tulipani alla moglie Silvia.
Tra un’ora sarebbe tornato a casa. Forse non era riuscito a trovare New Life perché era appena uscito e non era ancora arrivato al negozio, avrebbe potuto cercalo da qualche altra parte, ma alla fine non gli importava un granché: lui non aveva bisogno di una New Life.

Sandra, Klagenfurt

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