lunedì 5 maggio 2014

Capriccio felsineo


Si prevedeva un freddo inerte e noi due abbiamo preso il piumino con il cappuccio. Mancavano quattro giorni a Capodanno quando siamo arrivate a Bologna. Di notte ed un po' smarrite, siamo scese alla Stazione (Ferroviaria). Moltitudine di persone intorno, due viali sconfinati e lunghi con le luci di Natale che attenuavano la notte e tre piccole strade con luminosità frivola per andare piano ed indietro fino ad arrivare all'albergo, a cinque minuti dal centro. Quella sera, dopo la cena, siamo solo riuscite ad andare al letto e pronunciare due parole: "Buona notte".L'indomani mattina, abbiamo fatto un giro nel centro storico della città. Abbiamo ammirato il fascino di Nettuno e la Piazza Maggiore, con il classico albero natalizio, circondata dai suoi principale palazzi; e ci siamo incamminate fino alla torre degli Asinelli, dalla cima della quale abbiamo potuto guardare lo splendore e l'eleganza delle torre ed anche la lunghezza del portico del Santuario. Più tardi, ci siamo fatte la fotografia con la Garisenda ed il passaggio XXXI della Commedia sullo sfondo, abbiamo comprato l'opera di Dante in Via Musei ed abbiamo pranzato al Ciacco. Al tramonto, mentre il giorno eludeva la notte, noi peccavamo di gola scoprendo la cioccolata calda con panna più buona del mondo.In quella caffetteria, dopo tre giorni, il cameriere mi ha regalato il souvenir più bello d'Italia, una penna stampata con il loro nome, La Torinesa, con cui ho cominciato a scrivere parte di questo diario.
Sandra Aguiló i NomenReus (Tarragona), Spagna

Nessun commento:

Posta un commento