lunedì 5 maggio 2014

I trulli

Ricordo sin da bambina che provavo grande emozione quando parenti o amici rientrando dalla vacanze portavano alla mia famiglia in dono dei souvenir da svariate località soprattutto italiane. Ricordo che questi oggetti mi aiutavano a sognare: Colosseo in miniatura, portachiavi con disegni di luoghi unici, quadretti di ogni genere e tante altre piccole cose. Ma un giorno una mia zia tornando dall'Italia meridionale mi portò in dono una piccola casetta di gesso a forma conica, di colore bianco con tetto in pietra grigia... Non avevo mai visto una abitazione con simile architettura. C'era una scritta sulla base dell'oggetto: Alberobello. Così forte fu la mia curiosità che chiesi a mia zia dove fosse questo luogo e se davvero esistessero abitazioni simili. La risposta della zia non appagò la mia curiosità, infatti lei mi disse: "Sono andata qualche giorno a Bari quando ero in vacanza in Montenegro e tra shopping e buona cucina mi sono imbattuta in un negozio di oggettistica, dove ho trovato questo strano souvenir ed alcune cartoline che ti farò vedere!". Così estrasse dalla borsa tre cartoline che raffiguravano delle viuzze strette tra queste simpatiche casette, a quel punto le chiesi: " Ma tu ci sei stata in questo posto?" . Lei rispose di no. Così delusa dal racconto della zia, quel giorno promisi a me stessa che un giorno sarei andata a visitare quel luogo strano e curioso. Dopo tanti anni, diventata adulta decisi di andare in Puglia con la mia amica Sonja portando con me quel souvenir come portafortuna. Mi ero documentata un po' sul web, ma non avevo trovato molto, a dire il vero. Con la mia amica Sonja trascorremmo prima una settimana a Budva, in Montenegro e poi prendemmo il traghetto da Bar per raggiungere Bari. Facemmo la traversata in una notte d'estate e sul ponte della nave si poteva osservare il cielo stellato e respirare la brezza marina, fu lí che si avvicinò a me un uomo italiano chiedendomi di dove fossi e dove stessi andando. Era stato in vacanza in Montenegro, ospite di amici del luogo. Ricordo come fosse un sogno che parlammo tutta la notte di tante cose diverse. Si instaurò tra noi una complicità ed un magnetismo unico, le ore notturne volarono ed all'alba si incominciarono ad intravedere i campanili delle chiese romaniche del centro storico di Bari. Subito andai a svegliare la mia amica Sonja, che era andata a dormire, per non farle perdere quello scenario incantevole. Fabio, il mio nuovo amico italiano si offrì di farci da guida. Fabio era un ricercatore dell’Università di Bari, originario della Campania, era di poche parole, ma lasciava trasparire una cultura immensa. Fu una fortuna per noi accettare il suo invito. Così sbarcammo a Bari e ci dirigemmo in Hotel dove ci sistemammo e dormimmo per alcune ore. Visitammo Bari di sera, città meravigliosa, piena di vita, le vie del centro storico gremite di gente, la cattedrale di S. Nicola di pietra bianca meravigliosa ed immensa, belle le altre chiese, il castello normanno e le mura medievali. Il giorno dopo assaggiammo le famose orecchiette, uniche! E finalmente nel primo pomeriggio partimmo alla volta di Alberobello, la capitale dei Trulli.Man mano che uscivamo in auto dalla città, il paesaggio cambiava, subito si incontravano distese di ulivi secolari intervallate da vigneti e frutteti. A pochi chilometri dalla città bianche masserie fortificate a calce bianca riflettevano il sole sui poggi di collinette. Scendendo dal versante occidentale di questi colli seguendo il sole il paesaggio cambiò ancora una volta: il colore della terra diventò rosso, ogni tenuta o distesa di campo era delimitata da secolari muretti a secco, ed all'improvviso apparvero i primi trulli, si i trulli esistevano davvero e molti di loro erano anche abitati... Eravamo arrivati nella valle d'Itria. Terra dei trulli, di buon cibo e di ospitalità. Visitammo chiesette rurali uniche, masserie immense miste a trulli, mangiammo cibo mediterraneo e bevemmo un po' di vino locale. Il tempo sembrava volare via, arrivò subito il tramonto, ed i trulli bianchi si colorarono di arancio, arancio. Fu allora che Fabio ci portò ad Alberobello a vedere una intera città formata da trulli, fu per me un’emozione unica!Addirittura la chiesa era a forma conica, non potevo crederci... quel souvenir portato per caso da mia zia, che io credevo opera della fantasia di un artigiano, mi aveva condotto in una terra magica! Il cuore mi batteva forte, avevo realizzato un sogno che avevo sin da bambina ed la realtà era più bella del sogno, in più ero lí con la mia miglior amica ed una guida speciale conosciuta per caso. Fermi da tempo su un belvedere del centro storico non potei trattenermi dall'abbracciare e baciare Sonja e Fabio. Ero felice, troppo felice. Da allora penso spesso a quei momenti... Sonja vive fuori, Fabio lo sento di rado. Ma non nascondo che vorrei tornarci in quella terra a tratti magica, a tratti selvaggia... che ti entra dentro e ti accompagna per sempre!

Tamara Ćaćić, Belgrado (Serbia)

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