Ricordo
sin da bambina che provavo grande emozione quando parenti o amici
rientrando dalla vacanze portavano alla mia famiglia in dono dei
souvenir da svariate località soprattutto italiane. Ricordo che
questi oggetti mi aiutavano a sognare: Colosseo in miniatura,
portachiavi con disegni di luoghi unici, quadretti di ogni genere e
tante altre piccole cose. Ma un giorno una mia zia tornando
dall'Italia meridionale mi portò in dono una piccola casetta di
gesso a forma conica, di colore bianco con tetto in pietra grigia...
Non avevo mai visto una abitazione con simile architettura. C'era una
scritta sulla base dell'oggetto: Alberobello. Così forte fu la mia
curiosità che chiesi a mia zia dove fosse questo luogo e se davvero
esistessero abitazioni simili. La risposta della zia non appagò la
mia curiosità, infatti lei mi disse: "Sono andata qualche
giorno a Bari quando ero in vacanza in Montenegro e tra shopping e
buona cucina mi sono imbattuta in un negozio di oggettistica, dove ho
trovato questo strano souvenir ed alcune cartoline che ti farò
vedere!". Così estrasse dalla borsa tre cartoline che
raffiguravano delle viuzze strette tra queste simpatiche casette, a
quel punto le chiesi: " Ma tu ci sei stata in questo posto?"
. Lei rispose di no. Così delusa dal racconto della zia, quel giorno
promisi a me stessa che un giorno sarei andata a visitare quel luogo
strano e curioso. Dopo tanti anni, diventata adulta decisi di andare
in Puglia con la mia amica Sonja portando con me quel souvenir come
portafortuna. Mi ero documentata un po' sul web, ma non avevo trovato
molto, a dire il vero. Con la mia amica Sonja trascorremmo prima una
settimana a Budva, in Montenegro e poi prendemmo il traghetto da Bar
per raggiungere Bari. Facemmo la traversata in una notte d'estate e
sul ponte della nave si poteva osservare il cielo stellato e
respirare la brezza marina, fu lí che si avvicinò a me un uomo
italiano chiedendomi di dove fossi e dove stessi andando. Era stato
in vacanza in Montenegro, ospite di amici del luogo. Ricordo come
fosse un sogno che parlammo tutta la notte di tante cose diverse. Si
instaurò tra noi una complicità ed un magnetismo unico, le ore
notturne volarono ed all'alba si incominciarono ad intravedere i
campanili delle chiese romaniche del centro storico di Bari. Subito
andai a svegliare la mia amica Sonja, che era andata a dormire, per
non farle perdere quello scenario incantevole. Fabio, il mio nuovo
amico italiano si offrì di farci da guida. Fabio era un ricercatore
dell’Università di Bari, originario della Campania, era di poche
parole, ma lasciava trasparire una cultura immensa. Fu una fortuna
per noi accettare il suo invito. Così sbarcammo a Bari e ci dirigemmo in Hotel dove ci sistemammo e dormimmo per alcune ore. Visitammo Bari di sera, città meravigliosa, piena di vita, le vie
del centro storico gremite di gente, la cattedrale di S. Nicola di
pietra bianca meravigliosa ed immensa, belle le altre chiese, il
castello normanno e le mura medievali. Il giorno dopo assaggiammo le
famose orecchiette, uniche! E finalmente nel primo pomeriggio
partimmo alla volta di Alberobello, la capitale dei Trulli.Man mano
che uscivamo in auto dalla città, il paesaggio cambiava, subito si incontravano distese di ulivi secolari intervallate da vigneti e
frutteti. A pochi chilometri dalla città bianche masserie
fortificate a calce bianca riflettevano il sole sui poggi di
collinette. Scendendo dal versante occidentale di questi colli
seguendo il sole il paesaggio cambiò ancora una volta: il colore
della terra diventò rosso, ogni tenuta o distesa di campo era
delimitata da secolari muretti a secco, ed
all'improvviso apparvero i primi trulli, si i trulli esistevano
davvero e molti di loro erano anche abitati... Eravamo arrivati nella
valle d'Itria. Terra dei trulli, di buon cibo e di ospitalità.
Visitammo chiesette rurali uniche, masserie immense miste a trulli,
mangiammo cibo mediterraneo e bevemmo un po' di vino locale. Il tempo
sembrava volare via, arrivò subito il tramonto, ed i trulli bianchi
si colorarono di arancio, arancio. Fu allora che Fabio ci portò ad
Alberobello a vedere una intera città formata da trulli, fu per me
un’emozione unica!Addirittura la chiesa era a forma conica, non
potevo crederci... quel souvenir portato per caso da mia zia, che io
credevo opera della fantasia di un artigiano, mi aveva condotto in
una terra magica! Il cuore mi batteva forte, avevo realizzato un
sogno che avevo sin da bambina ed la realtà era più bella del
sogno, in più ero lí con la mia miglior amica ed una guida speciale
conosciuta per caso. Fermi da tempo su un belvedere del centro
storico non potei trattenermi dall'abbracciare e baciare Sonja e
Fabio. Ero felice, troppo felice. Da allora penso spesso a quei
momenti... Sonja vive fuori, Fabio lo sento di rado. Ma non nascondo
che vorrei tornarci in quella terra a tratti magica, a tratti
selvaggia... che ti entra dentro e ti accompagna per sempre!
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