“Centoventi!”
ha gridato mio padre con un bell'accento americano,
battendo la mano contro quella di mio fratello. Nonostante
avessi giocato a briscola tutto l’anno a Bologna con i miei
coinquilini, i miei mi hanno sconfitto. Avrei dovuto vergognarmi, ma
mi sono sentita invece completamente in pace con il mondo. I miei
genitori e mio fratello lavorano a orari diversi ed io sono
sempre all'università e quindi non ci troviamo
insieme abbastanza spesso. Per questo, è stato un miracolo il giorno
in cui sono riuscita a convincerli ad imparare a giocare a briscola.
C’è qualcosa di magico in quel mazzo di carte plastificate,
comprate in un supermercato calabrese un anno fa, che ci unisce a
tavola ogni volta che sono a casa.
Avrei
dovuto sapere che erano speciali quelle carte mentre ero ancora in
Italia. Era lì che avevano compiuto l’impresa più difficile che
esista, ovvero quella di far passare velocemente un viaggio di 14 ore
in autobus. Chissà quante partite abbiamo fatto io e il mio ragazzo
Giuseppe fra Reggio Calabria e Bologna?
Tuttavia,
la cosa più bella di quelle carte è che hanno il potere di unire la
gente attraverso un oceano. Mi viene in mente una volta in cui io e
mio padre abbiamo giocato a briscola su Skype con Giuseppe. Per una
bellissima mezz'ora, il confine fra l’America e l’Italia era
confuso. La distanza non esisteva. Non riuscivo a smettere di
sorridere. Tutte e quaranta quelle carte- sì, anche i lisci- sono e
saranno sempre cariche di significato per me.
Cindy Columbus, Bryn Mawr, Stati Uniti
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