lunedì 20 dicembre 2010
...and the winners are...
-per la sezione "vista": Brynja, Kópavogur (ICELAND) con "un'ultima occhiata"
-per la sezione "tatto": Carlos, Valencia (SPAIN) con "risarcimento danni"
Ci complimentiamo con i vincitori, di cui avremo l'onor di fare la conoscenza quest'estate, e ringraziamo tutti gli altri talentuosi partecipanti che potranno giocarsi la possibilità di vincere il corso d'italiano di due settimane il prossimo anno con un nuovo esilarante concorso!
Auguri e Buone Feste
da tutto lo staff del Faro
domenica 19 dicembre 2010
Sogno
Quel rumore la sveglia dal suo sonno e a nuoto raggiunge la riva.
Lui le tende la mano, lei esce dall’acqua. Arrivano i lupi, perché hanno sete.
Canta il gallo. Lei si alza apre l’ovile e porta le sue pecore al lago.
lunedì 13 dicembre 2010
Illusione
Non so cosa vuoi dirmi ma so che mi vuoi parlare e mi vuoi far capire che nonostante tutto sei sempre con gli occhi ben aperti a vegliare su di me, come quando nelle mie notti insonni mi raccontavi storie e mi aiutavi a sconfiggere la mia grande gelosia.
Mi manca la tua voce, mi manca tanto il tuo respiro, le tue rassicuranti parole e il tuo calore.
Lei non è per te: è troppo giovane, è troppo magra, è troppo stupida! Tu sei così uomo e lei così...
Forse con quell’occhiolino volevi dire “torna da me?!”, perché se è così mi alzo subito dal tavolo e vengo a salvarti. Fammi un cenno! Un altro occhiolino! Bene allora adesso mi alzerò e verrò lì infondo, ti bacerò e tutto sarà come una volta.
Mi batte forte il cuore e sono solo a metà strada… Ma cosa fa quella scema: perché ti infila un dito nell’occhio? E perché ora tu la baci ringraziandola?
Ok! Vado al bagno a sfogare l’illusione: comunque , non importa, non sei così bello e una così te la meriti proprio!
Estrella, Argentina
lunedì 22 novembre 2010
fuori programma
Tutta un’infanzia e un’adolescenza a cercar di creare una vita perfetta, della quale a suo avviso tutti sarebbero stati invidiosi: un lavoro perfetto, una casa perfetta, un fisico perfetto…ma qualcosa doveva essere andato storto perché nessuno avrebbe cambiato la sua vita per quanto imperfetta per la sua e l’unica ad essere invidiosa era Lei. La sua autostima vacillava a tal punto che per aver la sicurezza di aver fatto le scelte giuste, doveva demolire quelle delle altre. Era una domenica, come tutte le altre, e come tutte le domeniche era a cena con gli amici di una vita, che conoscendola da sempre accettavano i suoi comportamenti come si accettano i capricci dei bambini. Ma quella sera c’era un’ospite: Dale, la cugina di Joshua, venuta dal Texas.
Una ragazzona di 29 anni, sugli 80 chili, dalle evidenti origini irlandesi: capelli rossi, carnagione chiara e lentiggini. Si era appena iscritta all’università, condivideva l’appartamento con altre due ragazze e per mantenersi faceva la cameriera. Una bomba di simpatia che Lei cercava di disinnescare.
Mentre Dale si lamentava, con molta autoironia, delle sue ultime storie sentimentali senza gloria, Lei interruppe dicendo: “Avresti più fortuna se non frequentassi adolescenti e non ti ingozzassi come stai facendo ora!”.
In un istante Dale le infilò l’indice nell’occhio destro… Ahi! Ahi! Questo imprevisto Lei non l’aveva considerato!
venerdì 19 novembre 2010
Un'ultima occhiata
Poi mia sorella mi ha telefonato per dirmi che dovevo andare là, se volevo prendere commiato da lui. Una settimana dopo sono salito sull‘aereo diretto a nord. Durante il volo, ho usato il tempo per prendere nota di alcune cose di cui parlare con lui, una sorta di “lettere a mio padre“.
Mia sorella mi aspettava all‘ aeroporto e mi ha subito detto che nostro babbo era peggiorato ed era entrato in coma. Mi ha accompagnato in macchina velocemente fino all‘ospedale .
Mi aveva avvertito che la malattia – e il trattamento – avevano avuto un effetto negativo, però non ero preparato a quell‘aspetto che avevo di fronte. Non conoscevo quell‘uomo anziano che stava là. Solo allora, quando ho preso le sue mani, l‘ho riconosciuto come mio padre. Conoscevo bene quelle grandi e forti mani .
Mentre leggevo ad alta voce la lettera d‘addio, con le lacrime agli occhi, avrei voluto che lui mi guardasse un‘ultima volta, ma non è accaduto.
Brynja, Kópavogur
ICELAND
lunedì 15 novembre 2010
Tic Tac
Arriva a casa e carica le sveglie, ma proprio mentre sta per arrivare Louis, una suona. Amandine si interroga: è davvero quello che voglio? O forse ho solo paura?Il problema è Louis o sono io? Ora le è tutto chiaro, si è svegliata dal timore del dolore. Prende un sacco dell’immondizia lo riempie di sveglie e lo mette in giardino nella speranza di congelare quell’attimo.
venerdì 12 novembre 2010
Rivelazioni di vita
Un segreto che avrà il nome di un astro, i miei occhi e le sue mani.
Il letto emana tepore di corpi, di sacro amore. La Santa Famiglia è lì sopra.
Tutto prende significato: lei sola nel nostro letto, il suo composto abbandono, il lenzuolo bianco che la illumina, l’immagine sulla parete che prende vita, nel mio spazio e nel mio tempo.
Lei è una ninfa, una creatura d’altri tempi, tanto poetica quanto reale.
Il mio orizzonte è cambiato, prende la forma di quel bel corpo, seguendolo con lo sguardo in una lunga e tenera carezza.
Nella luce vibrante del mattino, tutto è velato; sto guardando dentro me, seduto sulla poltrona, mentre le campane mi risvegliano suonando a festa: è domenica.
Kristjan, Tartu
lunedì 8 novembre 2010
L’angelo della Temperanza
Purtroppo ha commesso l’errore di aver fatto innamorare il figlio del re di Giuditta, una popolana. Lo sanno tutti che è colpa sua: hanno visto la giovane salire il sentiero che conduce alla casa di Temperanza, dopo qualche giorno il principe sembra impazzito d’amore, rifiuta l’autorità del padre che lo vuole far sposare alla cugina e urla al mondo il suo amore per Giuditta.
Temperanza viene condannata al rogo dal sovrano. Le guardie la trascinano via a forza dalla sua casa. La povera donna viene tosata, spogliata e poi vestita con una tunica rozza, viene incatenata su di uno sgabello messo al centro di una siepe di arbusti secchi e infine la bruciano. Temperanza soffoca a causa del fumo e il suo corpo diventa cenere!
Il popolo assiste all’orribile spettacolo, nella convinzione che il male sia stato vinto, mentre Giuditta e il principe scappano lontano, protetti dall’anima di Temperanza!
mercoledì 3 novembre 2010
Confessione di un ciclope
Non mi importa se vi è piaciuto o meno, questo è quello che posso fare e mentre a me è stato concesso di scrivere, a voi è stato dato solo di leggere!
Sarà felice il mio professore di italiano: in così poco spazio sono riuscito a usare quasi tutti i tempi e i modi!
sabato 19 giugno 2010
RISARCIMENTO DANNI
Potrò sembrarvi un approfittatore, ma dal momento che sono cieco dalla nascita, vivo questa mia depravazione come un risarcimento danni. Se avessi 10 diottrie su 10 sarei un maniaco ma così sono solo un povero disgraziato.
Oggi però mi è successa una cosa strana: sono salito sul 3 in direzione ospedale, seguendo un buon profumo francese, elegante e sofisticato, sono avanzato nel corridoio centrale con il palmo della mano sinistra ciondolante, ma bello aperto e TAC, raggiungo la miglior natica della mia vita, gentile e muscolosa, stretta su una fascia di viscosa.
Nell’autobus risuona un vocione: “Ehi Ray Charles quello è il mio culo!”. Mi scuso balbettando per l’imbarazzo, poi con un accento straniero il possessore di tanta perfezione, a bassa voce, mi dice: “ciao! Io sono Carlo e anche Consuelo, ti interessa l’articolo?”. Rifiuto cordialmente, ma la mia vita da oggi è più felice perché ho scoperto che mi piacciono anche le curve degli uomini!
Carlos, Valencia
lunedì 14 giugno 2010
NEW LIFE
Voleva distrarsi un po’ dal lavoro: basta con i numeri e così si mise a leggere l’inserto dedicato alla cultura del giornale di finanza.
Il suo occhio venne rapito da un titolo “New Life: ricominciare è un gioco!”. L’articolo parlava di un gioco da tavolo che stava spopolando: pescando una serie di carte i giocatori avevano la possibilità di crearsi una nuova vita. Il giornalista attribuiva il successo di questo gioco all’insoddisfazione che regna nella vita di chiunque e argomentava citando fior fior di psicologi.
Luigi scese alla stazione seguente, per prendere la coincidenza che lo avrebbe portato a casa, entrò nel negozio di giocattoli della stazione a comprare un’automobilina al figlio Francesco e approfittò per cercare New Life.
Luigi uscì dal negozio con un pacchettino dal nastro giallo. Di New Life neanche l’ombra: nessuno, in quel fornitissimo paradiso del giocattolo, sapeva cosa fosse.
Si buttò dentro il primo negozio di fiori vicino alla stazione per comprare un mazzo di tulipani alla moglie Silvia.
Tra un’ora sarebbe tornato a casa. Forse non era riuscito a trovare New Life perché era appena uscito e non era ancora arrivato al negozio, avrebbe potuto cercalo da qualche altra parte, ma alla fine non gli importava un granché: lui non aveva bisogno di una New Life.
Sandra, Klagenfurt
MAGIA
Da quando se n’è andata tutto è grigio, tutto é pesante.
Entro in un caffè e ordino una bionda, bella fresca. Me la serve una ragazzina dagli occhi magici.
Attorno a me sento bollicine e improvvisamente il mondo prende colore.
Pago ed esco: la strada è piena di donne bellissime e affascinanti, i pomodori sono più rossi che mai, il vociare della gente è un inno alla gioia di vivere. Il mondo è meraviglioso: sotto un cielo azzurro le persone comprano cibo per nutrirsi e per nutrire, così come si nutrono vicendevolmente di sorrisi e di sguardi.
Lo spazio di una birra e la mia visione è capovolta: guardando gli occhi di quella ragazzina ho riacquisito la capacità di meravigliarmi; la giovane e ignara maga mi ha curato senza parole.
Vedo le mie e le altrui imperfezioni ma ora mi sembrano grazia…in questo istante sono presente come non lo sono stato mai: sono tutto e sono niente.
Edoardo, Bilbao
IL PALO DEL METRO’
Le sento tutte su di me e ognuna mi racconta la sua storia.
Quella di Ugo dice che è stanca di riparare motori (ormai sono cinquant’anni che lo fa), vuole liberarsi dalla grossa coltre di calli per abbandonarsi in leggere carezze da dare al suo nipotino Luca.
Quella di Giorgio porta con sé l’errore di gioventù: una piccola stella tatuata in carcere, dove ha passato due anni per spaccio di droga.
Quella di Andrea, oggi, è febbricitante: ieri ha toccato il suo primo seno.
Quella di Giulia, reticente e orgogliosa, si interroga: “rispondo oppure no all’sms di quello stronzo che mi ha tradita?!?”.
Quella di Enrica puzza di fumo e si sente in colpa: aveva promesso alla mamma che non avrebbe più fumato.
La mano del “Poeta”, oggi, è più lercia del solito: non ha trovato nessuno di così generoso, da pagargli un panino, per una delle sue poesie, così ha dovuto rovistare tra l’immondizia del ristorante cinese.
Maria è appena tornata da messa, ci va ogni mattina alle 7.30, e ora la sua mano ha un alone di santità da particola.
La vecchia e stanca mano di Antonio sta mollando la presa, ormai è giunto al capolinea, dopo una lunga malattia.
Oggi è l’ultimo giorno che mi toccherà. E anche se stasera gli addetti alle pulizie cercheranno di eliminare le impronte che Antonio ha lasciato su di me, non ci riusciranno: nessun detergente potrà cancellare l’incontro di mani che è la vita, e che domani, anche senza Antonio, non cesserà di esistere.
Lucienne, Paris